A volte sento
Mille strumenti vibrare
E mormorarmi alle orecchie.
E a volte voci che,
Pur se mi sono svegliato
Dopo un lungo sonno,
Mi fanno addormentare di nuovo.
E poi, sognando,
Vedevo spalancarsi le nuvole
E apparire ricchezze
Pronte a cadere su di me,
Così, svegliandomi,
Piangevo per sognare ancora.
AEDO IL CANTORE
Osservare senza gli occhi per vedere
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domenica 26 giugno 2011
Alda Merini, Favole d'amore
Si dice che la creazione del Paradiso fosse la favola di un ignoto amore
che a un certo punto sprigionò le ali dalla crosta terrestre, e così,
raffreddandosi la terra, comparvero, al di là delle credenze bibliche,
i primi voli degli angeli.
che a un certo punto sprigionò le ali dalla crosta terrestre, e così,
raffreddandosi la terra, comparvero, al di là delle credenze bibliche,
i primi voli degli angeli.
AEDO
L'aedo, nella Grecia antica, era il cantore professionista.
Egli era una figura sacra, era considerato un profeta, tradizionalmente ritratto come cieco in quanto, essendo tale non veniva distratto da niente e da nessuno e affinando le capacità sensibili poteva entrare in contatto direttamente con la divinità (attraverso gli occhi dell'anima) che lo ispirava, sviluppava quindi una capacità metasensibile (oltre i sensi).
La sapienza che possedeva rendeva la capacità di vedere superflua, era un "invasato", aveva il dio dentro, le Muse parlavano attraverso di lui.
Egli era una figura sacra, era considerato un profeta, tradizionalmente ritratto come cieco in quanto, essendo tale non veniva distratto da niente e da nessuno e affinando le capacità sensibili poteva entrare in contatto direttamente con la divinità (attraverso gli occhi dell'anima) che lo ispirava, sviluppava quindi una capacità metasensibile (oltre i sensi).
La sapienza che possedeva rendeva la capacità di vedere superflua, era un "invasato", aveva il dio dentro, le Muse parlavano attraverso di lui.
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